La storia – dove tutto ebbe inizio

Storia di un’idea.

La nascita del progetto è da ricercarsi tra le pieghe del tempo.

Correva l’anno 2005 e nel paese di San Sebastiano da Po il nuovo parroco (arrivato a settembre 2004), ritrovava una notevole quantità di libri abbandonati nella vecchia casa parrocchiale.

All’indomani della dipartita del precedente parroco, il compianto don Arnosio, la casa parrocchiale risultava aver subito atti vandalici tali da comprometterne addirittura sia l’abitabilità quanto l’ordine dei testi, dell’archivio (precisissimo da sempre) e di tutto il paramentale ivi custodito.

Dai primi sopralluoghi appariva chiaro che la quantità e la qualità di quanto visibile avrebbe richiesto molto più che un semplice approccio di riordino: tutto questo patrimonio necessitava con urgenza di una collocazione adeguata onde evitarne ulteriore deperimento.

Diverse soluzioni venivano espresse da vari ambiti della comunità, tra le quali trasformare il tutto in combustibile per gli impianti termici piuttosto che ignorare il tutto fino all’autodistruzione.

Come sempre il buon senso non ebbe credito, di fatto prevalse l’idea che le summenzionate ipotesi avrebbero arrecato un grave impoverimento tanto pastorale quanto culturale, e tali avrebbero costituito uno schiaffo alle tradizioni locali ed alla memoria dei padri antichi che con notevoli sacrifici accumularono per generazioni tale patrimonio.

Doveva così essere individuata, se non creata, una sede che avesse le caratteristiche minime e indispensabili di idoneità per lo stoccaggio di tutto il materiale rinvenuto: ci vorrà un intero anno, tra mille ed impensabili vicissitudini, per trovare il coraggio necessario a sgomberare, organizzare e reperire i fondi necessari ad avviare un progetto tanto impegnativo che avrebbe dato inizio ad un lungo ed estenuante trasferimento del materiale cartaceo negli spazi del locale Centro Pastorale.

Durante la fase di trasferimento appariva evidente che stoccare il materiale cartaceo non era sufficiente, ma bisognava dare un ordine al tutto, al fine di rendere fruibile il materiale rinvenuto a chi ne avesse fatto richiesta per i motivi più vari.

Ora, prodotti informatici per l’archiviazione la gestione di biblioteche ne esistono, ma sono concepiti per istituzioni che possono permettersi tutto il personale necessario a tal fine e in fin dei conti non hanno problemi di reperire fondi per mantenersi e questo raramente accade per una parrocchia che porta un costante segno economico e finanziario negativo.

Così, con dedizione, un volontario ed esperto informatico s’impegnava nel compito di progettare e realizzare un sistema operativo che avesse le caratteristiche necessarie per non compromettere la serietà del progetto ma nello stesso tempo avere la semplicità di gestione necessaria a formare chiunque, in grado di leggere e scrivere, volesse cimentarsi nell’avventura dell’archiviazione.

Archiviare un qualsiasi elemento, infatti, significa riportare i dati anagrafici salienti, creando un repertorio fotografico e, qualora necessario, trascrivere e informatizzare le informazioni ivi contenute, al fine di agevolare la gestione dei dati e facilitare la reperibilità a chi avesse avuto il piacere di consultare tale patrimonio di cultura.

In particolare, per “stoccare” un qualsivoglia oggetto, bisognava anche provvedere ad un adeguato sistema di conservazione, onde evitare sia un ulteriore deperimento che un maldestro tentativo di recupero potesse cagionare danni ben peggiori della stessa incuria.

Oltre a tutto questo, si doveva pensare a prevedere, organizzare e soprattutto reperire ulteriori fondi per arredare gli spazi necessari e indispensabili per operare.

Alla luce di tanti vincoli e condizionamenti in riferimento a fatti, persone e luoghi dell’epoca, l’Architetto incaricato impiegherà un intero anno per i rilievi vari e per una progettazione organica.

Particolarmente interessante diventava la visita eseguita dai funzionari dell’ “Archivio di Stato” incaricati dalla Diocesi di Torino per svolgere un’ispezione sullo stato dei luoghi e la conservazione di tutti archivi ecclesiastici presenti: gli esperti, eseguendo le analisi di rito, ne hanno elogiato sia la qualità del materiale conservato quanto la perizia nel gestirlo, confermando così l’utilità del lavoro finora svolto.

L’evidenza dei fatti convinse tutti che la cultura non ha prezzo e che tale servizio svolto bene sia una condizione necessaria all’emancipazione ed espressione della libertà di ogni uomo che si relaziona con i propri simili.

Nello stesso periodo iniziano infatti a frequentare i locali della parrocchia anche dei giovani, sia per le attività tipicamente parrocchiali, sia per il tempo libero.

Ci si accorge che alcuni di questi ragazzi non solo hanno abbandonato la scuola durante il primo anno delle superiori ma vivono in situazioni di disagio giovanile.

Le famiglie, dove ci sono, sono impegnate tutto il giorno per mettere insieme il pranzo con la cena e non riescono a seguire i figli.

Alcuni di questi ragazzi hanno difficoltà nell’apprendimento e la scuola, in alcuni casi clamorosi,

li ha addirittura lasciati ai margini, sino a cacciarli o comunque perderli.

Altri, invece, pensavano di andare a lavorare per aiutare le famiglie ma, considerata la crisi in atto, non trovavano nessun tipo di lavoro e, quindi, giravano a vuoto tutto il giorno.

Mentre per i primi si scopre che hanno problemi di dislessia, in tutte le sue forme, e/o di iperattività e/o di apatia, per i secondi si scopre che, in alcuni casi, erano addirittura oggetto di attenzioni da parte della criminalità organizzata che in quell’area era connotata da numerose situazioni a rischio, a partire dallo spaccio di diverse droghe.

Si è pensato di invitare questi ragazzi a dare una mano ad archiviare i libri, pensando così di allontanarli dai giri pericolosi che frequentavano e che fossero impegnati in qualcosa di diverso e concreto.

Gli si è insegnato ad usare il programma software di archiviazione, a conoscere i testi, a catalogarli secondo il criterio scelto: ad alcuni, con la scusa di salvaguardare i libri, gli si son addirittura fatti trascrivere i testi a computer con un piccolo economico premio settimanale, mentre altri hanno imparato a fotografarli per crearne delle copie fotografiche.

Dapprima timidamente, poi via via, in modo sempre più evidente, i ragazzi si sono fatti coinvolgere dai libri iniziando a informarsi con domande pertinenti, a cercare di capire e infine addirittura a studiare i testi.

Da qui nasce lo spunto: e se li si invitasse a tornare a scuola? La loro risposta, in coro è stata un secco NO, mai più a scuola.

E cosi nelle l’estate 2010, si iniziano a tenere delle lezioni in modo soft e i ragazzi si interessano.

Risultato: in autunno vengono presentati in varie scuole, soprattutto professionali, ed alcuni addirittura in licei: tre di questi ragazzi riescono anche a dare un esame di ammissione per recuperare i 2 anni persi e superano l’esame brillantemente!

Ora, a distanza di alcuni anni, i ragazzi si sono tutti diplomati o stanno per esserlo e con votazioni che variano dai 85/100 ai 95/100, come documentato dalle pagelle tracciate agli atti!

Con alcuni genitori e volontari, che hanno dato una mano per l’insegnamento, nasce l’associazione Genius DSA che tuttora continua a funzionare e a permettere ai ragazzi/e con problemi come sopra di affrontare la scuola.

Tutto questo è stato fatto senza l’aiuto del servizio pubblico e i soldi e le forze sono stati sempre messi in campo dai volontari: anzi, alcune scuole hanno chiesto per iscritto, da parte della Regione, di dettagliargli la metodologia, applicata al programma seguito.

L’idea della Fondazione, come naturale prosecuzione di quanto prodotto, nasce nel mese di ottobre 2013, a seguito del progetto “biblioteche e scuola”, grazie alla generosità ed alle iniziative di alcune persone coinvolte nel progetto.

Lo scopo è quello di dare una consistenza a tutto il lavoro svolto, fornendo anche una forza economica di servizio: per questo motivo sono state inserite in dote alla Fondazione beni immobili per un valore commerciale attuale di circa € 400.000,00, a cui si aggiungeranno, appena superati alcuni cavilli catastali, altri beni per un valore commerciale di circa € 150.000,00.

Vista la validità del metodo, l’intenzione è quella di incrementare l’esperienza dell’istruzione e della formazione nel recupero di persone, soprattutto giovani, alla cultura: per fare questo, si continuerà il progetto del recupero delle biblioteche con coinvolgimento dei giovani, continuando ad aumentare l’aiuto nello studio.

Altra iniziativa, legata alla formazione culturale e di emancipazione, è quella di usare alcune delle strutture per far da “culla” ad alcune esperienze lavorative dei giovani perché possano poi, con le loro gambe, affrontare la vita.

Per la comunicazione efficace del progetto, sono in cantiere eventi culturali con mostre, convegni ed incontri al fine di incrementare la cultura nelle fasce più deboli.

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